Mille e non più Mille! Con ANNUNCIO in regalo



Raggiunte le mille visite! Visto che il portale le visite le ha ma non ho la possibilità di aggiornamenti così frequenti come un mese fa (purtroppo devo anche lavorare nella vita), la mia idea sarebbe di due aggiornamenti settimanali, il Martedì e il Venerdì... Che ne pensate?

Inoltre, visto che le visite CI SONO, vi invito a commentare di più gli articoli... dopotutto scrivo anche per voi!

A presto!

Charley Chuck

Recensione 2600 - Bobby is Going Home

Bobby is going home è uno dei giochi più comuni per Atari 2600. Venne prodotto da Bit Corporation nel 1983 e poi rilasciato in innumerevoli vesti: cart originale, cart pirata, multicart e addirittura venne inserito in alcuni cloni pirata del 2600, vestigio del passato che investì il mercato nella seconda metà degli anni '80.



Concettualmente si pone come una via di mezzo fra Pitfall II e Smurfs: riprende infatti i controlli di Pitfall (niente salto e doppio salto usando la leva ma semplicemente con la pressione del tasto rosso) ma come il titolo Coleco dopo qualche schermata si raggiunge l'obiettivo, per poi ripetersi la scena a difficoltà sempre più elevata. Quindi dopo qualche schermata si raggiunge la casa di Bobby dopodichè ricomincerà da capo con nuove schermate e nuovi nemici e così via, come nel gioco dei Puffi.



Graficamente è di buona qualità, soprattutto i fondali che risultano animati: le nuvole si muovono, le barche sullo sfondo veleggiano, i treni sferragliano e i fiori in basso si muovono col vento.
Per un prodotto del 1983 si tratta di particolari non da poco. Anche i personaggi sono ben realizzati, solo Bobby poteva essere fatto un po' meglio. Se i nemici sono perfettamente riconoscibili, perlopiù volatili, Bobby sembra un sonnambulo in pagiama nero con cuffia piuttosto che un bambino con chioma bruna ma si tratta di mere quisquiglie. Giusto non ho apprezzato molto la scelta dei colori con tonalità troppo pastellose.
Molto bene anche la colonna sonora, di ottima fattura, purtroppo rispetto ai concorrenti (Pitfall II e Smurfs) perde il confronto poichè sebbene ben fatto il brano musicale è uno solo e viene a noi abbastanza presto, anche se la finezza dela velocità della musica che aumenta con l'aumentare dei nemici merita di essere citata.
La giocabilità è ben bilanciata, confrontandolo coi due giochi di cui sopra si nota che punta su un altro fattore: il gioco Activision si basa sull'esplorazione, quello Coleco si basa sui salti di ostacoli mentre Bobby si basa sull'evitare i nemici che sono molti di più che nei due concorrenti, rendendo il gioco a tratti frustrante nei livelli avanzati.


Essendo molto difficile la longevità è assicurata, gli schemi sono 7 per poi ripetersi in continuazione rendendolo, come nel 90% dei platform per 2600 un gioco per "cacciatori di punteggi".
Ora la parte più difficile: com'è questo gioco rispetto agli altri? Sicuramente non riesce a battere Pitfall II, vero mostro sacro tuttora imbattuto. Più serrata la sfida con Smurfs, i giochi sono simili e un vincitore vero per la seconda piazza non ne esce. La preferenza cade su uno o sull'altro in base ai gusti e alla preferenza dell'impostazione di gioco e del metodo di controllo, che rendono Bobby più immediato rispetto a Smurfs, sebbene questi sia superiore da un punto di vista tecnico e, perchè no, per merito del "carisma" dei personaggi e della casa di sviluppo, cose che alla fine della fiera fanno la differenza.

Atari 2600
Grafica 7,5
Sonoro 7
Giocabilità 8,5
Longevità 8
GLOBALE 8

SPECIALE - Atari e i portatili: un amore travagliato

Il rapporto di Atari coi portatili è sempre stato strano: i tentativi della casa di Sunnyvale di entrare nel mercato degli handheld.

Dopo la produzione di Pong nel 1972 e prima del 2600, che indicò la via dei videogiochi, Atari era una casa ad alto coefficiente di sperimentazioni. Pong per esempio, nel penseiero della casa madre, avrebbe dovuto essere molto più sofisticato dal punto di vista audio, addirittura con tanto di boati del pubblico.



La cosa era irrealizzabile nel 1972, ma la complessita sonora sarà sempr eun obiettivo primario. Cosicchè nel 1974 venne realizzato il coin-op di Touch Me, che non era altro che la versione Arcade del predecessore del famosissimo Simon di MB. Touch Me effettivamente si prestava a una versione da casa, ma Atari voleva andare più in la, producendone una versione da tasca. Nel 1978 finalmente uscì, grande quanto una calcolatrice: ebbe un discreto successo ma venne oscurato dalla "copia" della Milton Bradley, il Simon, che, grazie a un design più adatto al multiplayer e a due versioni sul mercato, divenne un successo disarmante.



Touch Me doveva essere accompagnato da tre giochi a LED della serie Pro: Pro Darts, Pro Baseball e Pro Tronic, semplici giochi a LED. Purtroppo il mercato dei portatili a LED era incredibilmente saturo ed effettivamente nessuno dei tre prodotti atari aveva nulla di nuovo, tranne il Tronic che più che un portatile sembrava quasi un gioco da tavolo. Cosicchè dopo la produzione di qualche prodotipo addirittura corredato con scatole e istruzioni, non riuscirono mai a uscire dal limbo e non videro mai gli scaffali dei negozi.
Il mercato dei portatili era in evoluzione continua: il 1979 fu l'anno dell'uscita del Microvision di Milton Bradley che nel Natale 1979 fece il pienone. Ammaliata da questo successo, nel CGE del 1980 venne presentato il nuovo prototipo di console portatile dedicata: schermo lcd 32x32, paddle incorporato, un tasto di fuoco erano i cavalli di battaglia (per la cronaca il Microvision aveva uno schermo 16x16... un quarto) di questi sistemi. Peccato che anzichè produrne una con cartucce intercambiabili, Atari si intestardì sui sistemi a gioco singolo. Ne vennero presentate due versioni: una con Space Invaders e una con Breakout, vera Killer Application su Atari 2600 in quei anni.


L'accoglienza non troppo calorosa al CGE e il calo di vendite di Microvision nel Natale 1980 fecero sì che Atari non sia azzardasse a rischiare una coppia di sistemi simili per il 1981 e anche in questo caso, la spina venne staccata prima della produzione di massa.
Atari non vedeva nessuno dei due sistemi come innovativo e cercò quindi strade nuove: Nel 1981 iniziò la sperimentazione sull'olografico. Avete presente le figurine olografiche tanto in voga negli anni '80? Ecco, Atari voleva produrre un sistema basato su quello. Nel 1983 venne presentato il prototipo della console che di innovativo però aveva poco: era una console da tavolo a semplici led (7x7) con due "innovazioni". In primo luogo finalmente era a cartucce intercambibili. In secondo luogo le cartucce oltre a contenere il chip del gioco contenevano lo sfondo olografico!



La console doveva uscire con due giochi: l'arcade Asteroids e la CARISSIMA licenza di Superman. Nel 1983/84 arrivò la famiglia Tramiel sulla scrivania della proprietà e la prima cosa che fece fu bloccare tutte le iniziative considerate superflue (L'Atari 7800, l'Atari Cosmos, lo Slam-Pam...) e anche al Cosmos venne effettuata l'eutanasia prima di arrivare sul mercato.

Atari e portatili, un amore difficile che riuscì a sbocciare solo nel 1989, quando Lynx e Portfolio raggiunsero effettivamente le case dei consumatori...

Please don't stop the music

Un momento per il sito cerco di trovarlo anche nel pieno casino attuale che mi circonda, così grazie
al recente Forever 8-bit Party 2011 ci sono arrivati ben 5 brani di ottima fattura realizzati sfruttando il Pokey dell'Atari XE.



Il mio preferito è senza dubbio Sandpit, arrivato 5°, ma anche gli altri sono meritevoli.
Buon ascolto!