Il rapporto di Atari coi portatili è sempre stato strano: i tentativi della casa di Sunnyvale di entrare nel mercato degli handheld.
Dopo la produzione di Pong nel 1972 e prima del 2600, che indicò la via dei videogiochi, Atari era una casa ad alto coefficiente di sperimentazioni. Pong per esempio, nel penseiero della casa madre, avrebbe dovuto essere molto più sofisticato dal punto di vista audio, addirittura con tanto di boati del pubblico.
La cosa era irrealizzabile nel 1972, ma la complessita sonora sarà sempr eun obiettivo primario. Cosicchè nel 1974 venne realizzato il coin-op di Touch Me, che non era altro che la versione Arcade del predecessore del famosissimo Simon di MB. Touch Me effettivamente si prestava a una versione da casa, ma Atari voleva andare più in la, producendone una versione da tasca. Nel 1978 finalmente uscì, grande quanto una calcolatrice: ebbe un discreto successo ma venne oscurato dalla "copia" della Milton Bradley, il Simon, che, grazie a un design più adatto al multiplayer e a due versioni sul mercato, divenne un successo disarmante.
Touch Me doveva essere accompagnato da tre giochi a LED della serie Pro: Pro Darts, Pro Baseball e Pro Tronic, semplici giochi a LED. Purtroppo il mercato dei portatili a LED era incredibilmente saturo ed effettivamente nessuno dei tre prodotti atari aveva nulla di nuovo, tranne il Tronic che più che un portatile sembrava quasi un gioco da tavolo. Cosicchè dopo la produzione di qualche prodotipo addirittura corredato con scatole e istruzioni, non riuscirono mai a uscire dal limbo e non videro mai gli scaffali dei negozi.
Il mercato dei portatili era in evoluzione continua: il 1979 fu l'anno dell'uscita del Microvision di Milton Bradley che nel Natale 1979 fece il pienone. Ammaliata da questo successo, nel CGE del 1980 venne presentato il nuovo prototipo di console portatile dedicata: schermo lcd 32x32, paddle incorporato, un tasto di fuoco erano i cavalli di battaglia (per la cronaca il Microvision aveva uno schermo 16x16... un quarto) di questi sistemi. Peccato che anzichè produrne una con cartucce intercambiabili, Atari si intestardì sui sistemi a gioco singolo. Ne vennero presentate due versioni: una con Space Invaders e una con Breakout, vera Killer Application su Atari 2600 in quei anni.
L'accoglienza non troppo calorosa al CGE e il calo di vendite di Microvision nel Natale 1980 fecero sì che Atari non sia azzardasse a rischiare una coppia di sistemi simili per il 1981 e anche in questo caso, la spina venne staccata prima della produzione di massa.
Atari non vedeva nessuno dei due sistemi come innovativo e cercò quindi strade nuove: Nel 1981 iniziò la sperimentazione sull'olografico. Avete presente le figurine olografiche tanto in voga negli anni '80? Ecco, Atari voleva produrre un sistema basato su quello. Nel 1983 venne presentato il prototipo della console che di innovativo però aveva poco: era una console da tavolo a semplici led (7x7) con due "innovazioni". In primo luogo finalmente era a cartucce intercambibili. In secondo luogo le cartucce oltre a contenere il chip del gioco contenevano lo sfondo olografico!
La console doveva uscire con due giochi: l'arcade Asteroids e la CARISSIMA licenza di Superman. Nel 1983/84 arrivò la famiglia Tramiel sulla scrivania della proprietà e la prima cosa che fece fu bloccare tutte le iniziative considerate superflue (L'Atari 7800, l'Atari Cosmos, lo Slam-Pam...) e anche al Cosmos venne effettuata l'eutanasia prima di arrivare sul mercato.
Atari e portatili, un amore difficile che riuscì a sbocciare solo nel 1989, quando Lynx e Portfolio raggiunsero effettivamente le case dei consumatori...