SPECIALE - Il Crash del 1983

Più volte in questo portale ho citato il Crash del 1983 e mi rendo conto che molti, soprattutto coloro che hanno vissuto Atari nei tempi relativamente recenti o coloro che hanno vissuto solo il mondo degli Home COmputer, probabilmente non sanno di cosa si sta parlando.
In primo luogo c'è da dire una cosa importante, nei primi anni '80, successivamente alla famosa causa Atari-Activision che vide la vittoria in tribunale di quest'ultima, CHIUNQUE poteva creare giochi. Da quel momento un sacco aziende con alterne fortune si buttarono nel mercato: lampante esempio era la US Games, una sotto etichetta della Quaker Oats, azienda di merendine americane... un po' come se ora trovassimo giochi Playstation 3 o Xbox360 della Mulino bianco: agghiacciante vero?

Siccome non tutti erano degli sviluppatori bravi (anzi) il mercato Atari 2600 venne inondato da prodotti scarsi. Il peggio fu che le aziende, consci dello scarso valore, non rilasciavano i prodotti a prezzo pieno, cioè 35$, ma rilasciavano maree di budget games, arrivando addirittura a toccare i 5$. Ovviamente i consumatori potendo contare solo su un'informazione limitata (non esisteva internet e spesso si prendeva un gioco in base al tema o alla copertina) si gettavana su giochi il cui costo era UN SETTIMO del normale, lasciando sugli scaffali i titoli meritevoli. Solo che, una volta schifati dalla qualità, molto spesso abbandonavano il mercato invece che acquistare i prodotti a prezzo pieno.

A questo ci si aggiunse anche Atari che in pieno delirio di onnipotenza prese due cantonate colossali dal nome Pac-Man ed ET.
Entrambe erano licenze costosissime, per entrambi venne dato pochissimo tempo agli sviluppatori (6 settimane per la realizzazione completa... follia) ed di entrambi vennero realizzate quintitativi astronomici, ben superiori al mercato dell'epoca. Si Parla di 12 milioni di cartucce ciascuno quando erano 10 milioni gli Atari 2600 venduti!
Atari sperava di aumentare le vendite del 2600 grazie a questi due titoli, ragionamento corretto, solo che i giochi erano entrambi ORRIPILANTI. Si dice che le eccedenze vennero sepolte nel nuovo messico per non intasare i magazzini (!!!)
La mazzata finale la diedero gli Home Computer: Spectrum e Commodore 64 nel 1982 costavano già relativamente poco e i genitori erano più favorevoli ad acquistare un computer per studiare piuttosto che una console per giocare. Anche in Italia la campagna pubblicitaria fu simile con il famoso spot "Il mio amico dice che ha i migliori videogame... magari è vero ma io col Commodore posso fare un milione di cose!".

Nel vecchio continente però fu diverso, il 2600 vendeva sempre anche se in declino. Il sottoscritto ha dei cataloghi italiani Atari 2600 risalenti al 1985 e la situazione non sembrava tragica. Purtroppo tutte le altre console caddero miseramente: Colecovision, Intellivision, Fairchild, Atari 5200... Nessuna andò oltre il 1984 e il loro mercato fu assorbito dai colossi Sinclair e Commodore relegando la console Atari a "ruota di scorta" visto che, al momento, l'Atari 8 bit sembrava, col suo compromesso computer-cartucce, il ero baluardo della casa di Sunnyvale. La riscossa sarebbe arrivata a breve però, col rilascio in America del NES 8 bit nel 1985. E in Europa? in Europa, come al solito, si fece tutto molto tardi, tant'è che il primo ad arrivare fu 2600 Jr. nel 1986 che diede nuova linfa alle console almeno fino all'uscita del trio NES-Master System-7800 che, tutti assieme appassionatamente, avrebbero invaso il mercato nel 1987, riaccendendo una luce spenta ormai da quasi 4 anni.

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